venerdì 28 giugno 2013

Mistakes


Ieri sera, davanti ad un solo cittadino-spettatore, si è tenuta nella Sala Vanelli la rappresentazione dell’atto unico “Mistakes – l’affondamento del regolamento”, conclusosi con un mesto ritiro del copione da parte della presidenzial-regìa, dopo un’ansiosa sospensione della recita richiesta dal primo attore Democratico.
Ripetizione della pièce, previamente emendata, il prossimo 3 luglio, stessa sala, stessi attori.
Fuor di metafora, l’ennesima figuraccia politico-amministrativa di una maggioranza decisamente incapace di presentare un regolamento decente; e dire che agl’ìncliti i regolamenti piacciono un sacco, poiché ne sparano a raffica di nuovi, per riempire gli ordini del giorno del Consiglio Comunale, altrimenti striminziti e privi di argomenti significativi per incapacità progettuale; a furia di regolamenti e di ordinanze, pieni di divieti e di imposizioni, i Saronnesi si vedranno disciplinata minuziosamente la loro vita quotidiana secondo le visioni antropologiche dei transeunti reggitori, che hanno lo scopo evidente di riformare il cittadino a loro immagine e somiglianza: soffocante.
Il regolamento in discussione ieri sera, però, non era uno scherzo: si trattava di attuare la TARES, la tassa che sostituirà l’attuale TARSU per il pagamento della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti (cui sono stati aggiunti dalla legge nazionale altri servizi, con un aumento per i cittadini che il Santo Assessore ha sussurrato pudicamente che sarà verosimilmente del 30 – trenta – per cento).
Argomento di estremo interesse, quindi, poiché determina la base di calcolo della nuova tassa.
Il testo presentato, come ripetutamente ribadito dal Presidente del Consiglio, è stato elaborato da una Commissione, che vi ha lavorato in ben 11 (undici) sedute, partendo dal regolamento-base redatto dal Ministero competente.
Un lavoro indubbiamente meritorio, che però ha prodotto un disastro, come prontamente segnalato da Consiglieri di opposizione: commi ripetuti, definizioni ambigue, dettagli ultra legem, linguaggio oscuro, estensioni vietate, eccezioni finte, disparità di trattamento, contraddizioni recidive, parti indeterminate: un regolamento inapplicabile, foriero di un contenzioso infinito, inapprovabile.
A precise richieste di chiarimenti delle minoranze, l’Amministrazione (elettiva e dei funzionari) non ha saputo dare risposte, se non qualche balbettìo inconcludente, nell’imbarazzo dei Consiglieri di maggioranza, messi di fronte all’ennesima, dura realtà.
Ho chiesto il ritiro dell’inammissibile provvedimento, per sottoporlo al setaccio di una revisione profonda e per renderlo leggibile e sottoponibile ad approvazione.
La maggioranza si ritira in conclave, preso atto del rinnovato pasticcio; non sapendo che pesci pigliare (questo regolamento dev’essere necessariamente approvato prima del bilancio preventivo, già fissato per la seduta del prossimo 3 luglio), si chiama a soccorso l’opposizione, per trovare una soluzione condivisa, che sarebbe potuta essere, nella mente degl’ìncliti, l’approvazione del regolamento così com’era, con riserva di successive modificazioni, sentito il parere del Ministero.
Giacché i Consiglieri di minoranza non hanno scritto sulla fronte “Jo Condor”,  come si cantava in una simpatica réclame di una merendina degli anni ’70, tale proposta è stata ritenuta irricevibile.
Dopo ulteriori negoziazioni, si è stabilito che i funzionari competenti prepareranno un nuovo testo per il 3 luglio, fondato essenzialmente sul regolamento-tipo ministeriale, che sarà preventivamente sottoposto per e-mail a tutti i Consiglieri Comunali, così da poterlo approvare in tempo.
Attendiamo a pié fermo il nuovo elaborato, con l’auspicio che l’Amministrazione si renda conto di tre princìpi essenziali, quelli che salverebbero dalla figuraccia da dilettanti allo sbaraglio:
1°) di metodo: che i regolamenti, soprattutto quelli che intaccano le tasche dei cittadini, devono essere predisposti anzitutto da tecnici e solo dopo sottoposti alle Commissioni; solo in questo modo e tenendo sempre severamente d’occhio le regole della tecnica legislativa è possibile evitare indigeribili collages, che il più delle volte assomigliano ad arlecchinate ecumeniche prive di sostanza giuridica;
2°) politico: che non è vero che la politica può tutto; quando si redigono delle norme, bisogna rispettare l’ordinamento, anche se non piace, non invadere le competenze e le attribuzioni superiori, non tentare compromessi stravaganti per accontentare i suggerimenti di tutti e produrre, in tal modo, temini di sociologia, non di diritto;
3°) linguistico: che i testi devono essere scritti in un linguaggio chiaro, semplice, senza rinvii, eccezioni, deroghe, comprensibile da parte di chiunque e non ambiguo o alternativamente interpretabile e fonte di controversie bizantine.
Vedremo se in questi pochi giorni – auspici i Santi Patroni Pietro e Paolo che domani festeggeremo – la gestazione del Regolamento applicativo della TARES (di per sé già indigesta e costosa) si concluderà con un risultato coerente: nell’interesse dei Saronnesi, confidiamo ancora (nonostante la recidiva dei molti, troppi provvedimenti ritirati perché affetti da macroscopici errori) nel ravvedimento operoso della distratta Amministrazione.


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