venerdì 3 maggio 2013

Papa Francesco costruttore di ponti con gli islamici. Ce la farà?



Il 22 marzo, Papa Francesco ha ricordato che uno dei titoli del vescovo di Roma è Pontefice, cioè  colui che costruisce ponti, con Dio e tra gli uomini” e, quindi, ricevendo il composito Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, ha espresso il desiderio che ” il dialogo tra noi aiuti a costruire ponti tra tutti gli uomini, così che ognuno possa trovare nell’altro non un nemico, non un concorrente, ma un fratello da accogliere e abbracciare”.
Il 29 marzo, venerdì santo, Francesco ha spronato “i figli delle Chiese orientali, spogliati e indeboliti da varie difficoltà” ad avere “il coraggio di restare nei loro Paesi e comunicare la Buona Novella”, evitando l’emigrazione nonostante le persecuzioni.
Il 29 aprile, l’Ayatollah Khamenei, Guida Suprema della Rivoluzione Islamica, all’inaugurazione della Conferenza del “Risveglio Islamico” e degli Ulema, complimentandosi per la rinascita dei maomettani, ha dichiarato che “il segno più evidente è l’entusiasmo dell’opinione pubblica, soprattutto tra i giovani, di far rivivere la gloria e la grandezza dell’Islam, di prendere coscienza della natura dell’ordine internazionale di dominazione”  e che “ciò è il primo segno di eventi politici e rivoluzionari nel Nord Africa e nella regione araba su scala globale, che di per sé è foriero di più grandi verità che accadranno in futuro”.
Non ponti, ma omogeneizzazione, con l’inevitabile scomparsa organizzata delle più antiche Chiese cristiane d’Oriente, sopravvissute sino ad oggi, ma ora – incompatibili con la rinascita dominatrice costrette alla diaspora da improvvisate e malintese primavere, in cui il concetto occidentale di democrazia è stato subito sostituito con l’ortodossia islamica.
Pierluigi Gilli
per  Intelligo News, quotidiano online

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