martedì 23 aprile 2013

Alcool, ordinanze spiritose e Costituzione


Il Sig. Sindaco ed i suoi illustri consiglieri giuridici vogliono sempre fare i primi della classe e si vantano di avere emesso ora (dopo le polemiche su Piazza De Gasperi?) un'ordinanza che vieta il consumo pubblico di bevande alcooliche "con motivazioni più ampie", mentre quella a suo tempo emessa da me sarebbe stata irregolare perché priva di termine.
Continuo a non capire il perché di questa inesausta ricerca di dimostrarsi più bravi dei predecessori (un'inconscia voglia di affermarsi, nella propria palese insicurezza?), tuttavia mi duole rilevare che, anche questa volta, non è vero niente; si tratta della solita, maldestra propaganda, per attutire - in questo caso - l'effetto politico di un provvedimento che io personalmente condivido, ma che sarà sicuramente indigesto per chi sostiene questa Amministrazione (chissà se un partito libertario dell'attuale maggioranza protesterà ed organizzerà un "botellón" in piazza come allora, contro la mia ordinanza illiberale.... O quella di oggi, emessa da un Sindaco illuminato, avrà effetti taumaturgici perché di sinistra?).
Due riflessioni:
1) finalmente, anche questa Amministrazione ha capito quali insidie vi siano nello smodato consumo di bevande spiritose in pubblico: anzitutto per la sicurezza e, in cascata, per l'ordine ed il decoro, per l'igiene e la sanità; quindi, avevamo fatto bene, l'obiettivo era naturalmente identico;
2) la mia ordinanza era perfettamente regolare ed applicava un potere senza termine conferito da una legge dello Stato, che è stata poi dichiarata incostituzionale dalla Consulta; ovvio che, venuta meno la fonte normativa, tutti provvedimenti che su di essa poggiavano ne siano stati travolti; non c'era nemmeno bisogno di revocarla, perché le sentenze della Corte Costituzionale rendono inapplicabili le norme cassate dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione sulla Gazzetta Ufficiale. 
Ma il Sig. Sindaco ed i suoi consiglieri giuridici conoscono l'art. 136, 1° comma della Costituzione, quella - la più bella del mondo - per cui vanno in deliquio ad ogni pié sospinto? 
No, non lo conoscono. 
Ma ne chiacchierano.

Prosit!

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