sabato 30 novembre 2013

Scomposizione e ricomposizione


Qualche pensiero in libertà, dopo mesi di silenzio, dovuto alla necessità di affrontare con priorità coinvolgenti impegni personali e professionali.
Se ne sono viste di tutti i colori: un Berlusconi avviato alla sorte dell’ucraina Timoshenko , un parto plurigemellare nel centro-destra, il  PD in preda agli sgambetti di tre baldi candidati a segretario,  un Governo sensibile all’antica ricetta del tassare, la Merkel portata sugli altari dai tedeschi sempre più primi della classe, la crisi che solo gl’ingenui possono credere ormai prossima alla conclusione.
Nel piccolo mondo saronnese, i riflessi di queste contingenze nazionali ed internazionali non sono mancati: il profumo (o l’odore?) delle urne amministrative della primavera del 2015 permea ed agita già gli “addetti ai lavori” e qualche “volonteroso” , desideroso di non rimanere a bocca asciutta in occasione della ripartizione di seggi ed incarichi comunali.
L’Amministrazione, invero, non dà segni di novità, occupandosi operosamente di restare immobile, come ha fatto per oltre tre anni, con qualche variazione dell’ultima ora; consolidata apertura alle tasse, attenzione al velocipede ed alla riduzione della velocità, opere pubbliche vicine allo zero, atteggiamento “comprensivo” verso le illegittime occupazioni; è nata agonizzante, l’agonia andrà avanti “regolarmente” sino alla scadenza naturale del mandato. Solo da ultimo, sgangherati ruggiti invocanti la mano pesante e l’ammissione che, in quanto a tranquillità, anche a Saronno se ne sente fortemente la mancanza.
Apparentemente più vivace il centro-destra, in cui si segnala la comparsa di un funambolo  caratterista onnipresente-tuttofacente (ma non onnisciente), dedito ad iniziative spettacolari, come quando il Duce si faceva ritrarre a mietere il grano a torso nudo: una tecnica propagandistica da Istituto Luce, che cozza tuttavia con la dimostrata incapacità amministrativo-economica, emersa platealmente nella disgrazIata vicenda della rinascita del Saronno F.B.C., allorquando tutto saltò per un errore sull’IBAN del conto su cui depositare fondi aleatori…
Si segnala, altresì, la decomposizione del PDL, con la nascita di un “Centro”, separato dalla risorta Forza Italia, ormai ridotta ad invitata habituée  a garruli talk-show televisivi ; mossa astuta, chiaroveggente ed anticipatrice, che “al centro” porta “Saronno”, senza l’abuso dell’aggettivo “nuovo”, che invece a livello nazionale hanno adoperato i “diversamente berlusconiani”.
Sì, perché di “nuovo” in questo “centro” non ve n’è proprio, se si eccettuano le anime belle reclutate all’ultimo momento, per imbellettare con un po’ di cipria primaverile e giovanile un’immagine assuefatta alle più raffinate tecniche del lifting. Incapace, tuttavia, di aggregare, in quanto ne è ben nota la capacità disgregatrice e demolitoria , che ha vittoriosamente condotto a due sconfitte elettorali successive nel 2009 e nel 2010: probabilmente, aspira già alla terza.
L’avere una visione politica simile sul come amministrare è un punto d’inizio, che richiede, però, un comune sentire ed un affiatamento anche di carattere personale; le idee camminano sulle gambe degli uomini e delle donne, ciascuno animato dalla propria personalità e dalle proprie dimostrate capacità. Finché non si riconosce negli altri un uguale valore di base, passato, presente e futuro, ma si agisce solo per ampliare il proprio consenso al fine di imporsi, non si va da alcuna parte, lo si è ben visto.
Una cosa è amministrare (più propriamente: saper amministrare); altra cosa è giocare  alla politica, da esperti manovrieri mai confrontatisi con l’azione amministrativa concreta, se non per criticarla e sabotarla, massime dall’interno.
Meglio una leale distinzione, che una forzata ed inconcludente alleanza, di cui l’attuale maggioranza, nella sua litigiosa immobilità, è esempio preclaro.
Occorre, invece,  un radicale cambio di punto di vista e muovere da un programma amministrativo locale, concreto, realistico, fondato sulle (poche) risorse a disposizione, con limitati obiettivi per garantire il mantenimento di una comunità ordinata e coesa e l’attenzione diffusa a condividere le difficoltà del momento, con i meccanismi opportuni per decidere senza defatiganti e rovinosi compromessi.
 Ci si deve intendere sulle cose da fare e sul come farle nell’interesse di tutti. Un’intesa tra i Saronnesi e per i Saronnesi, al di là di steccati superati ed ormai soltanto rovinosi; Annibale non è alle porte, è già entrato in città e la devasta.
Amministrare, dunque, prima che politicare, condividere le capacità e le esperienze,  prima che criticare per criticare o sciogliersi in promesse oniriche;  sacrificare  i pregiudizi ideologici per consolidare le fondamenta della comunità.
Non è facile, lo so, soprattutto dopo decenni di iperdivisione.
Ma è l’unico modo per non finire come i polli di Renzo.

Buona domenica.