venerdì 26 aprile 2013

E sono 28!


Finalmente una giornata di sole - anche se oggi il cielo è già tornato plumbeo -: ieri, 25 aprile, il nostro 28° anniversario di matrimonio, trascorso sulle alte bellezze lombarde, tra i laghi di Como e di Lugano, ripensando al tanto cammino percorso insieme ed a quello che ci aspetta.
Con gratitudine al Signore ed alla Sua Mamma, confidando nel loro sguardo benevolo sulla nostra famiglia.

mercoledì 24 aprile 2013

Si mantenga il Giudice di Pace a Saronno



La battaglia per il mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace a Saronno è cosa buona e giusta.
Non vi è alcuna motivazione campanilistica, ma solo la consapevolezza che la presenza di un presidio giurisdizionale in città, seppure limitato ad una competenza non poi così “minore” in sede civile e penale, sia essenziale per il servizio di enorme utilità che svolge in una zona densamente popolata a beneficio dei cittadini.
Non è indifferente che anche il Giudice di Pace se ne vada a Busto Arsizio; sarà pur vero che questa città è vicina; tuttavia, bisognerebbe andarci di proposito, con notevole dispendio di tempo e di energie, per avere un servizio affollato, difficile  e mischiato a quello di altre grosse realtà, come – appunto – Busto Arsizio, Gallarate, Legnano e Rho, con un inevitabile aumento di costi.
Per questo, con il Gruppo Consiliare di Unione Italiana, mi unisco all’accorato appello del Giudice di Pace Coordinatore, Dott. Venuto, e del Sindaco di Saronno che – supportato dall’intiero Consiglio Comunale – ha invitato i tutti i Sindaci del già mandamento ad accollarsi le contenute spese per conservare in Saronno questo “Tribunalino”: sarebbe un modesto sacrificio per le casse dei Comuni, che – in cambio – darebbero effettiva prova di essere sensibili alle necessità vive e concrete dei propri amministrati e di saper interpretare, in modo pratico, quell’aspirazione all’autonomia delle comunità così spesso invocata.
I cittadini si attendono una risposta fattiva; non c’è nulla di politico, è un’occasione irripetibile perché i Sindaci assumano insieme un’iniziativa importante ed autenticamente popolare; sono certo che nessuno si vorrà sottrarre.

Mistero: la croce del Papa è la croce di Osiride?





La fantasia supera la realtà. La croce pettorale portata da Papa Francesco è la stessa che aveva quando era Arcivescovo di Buenos Aires; non è d’oro, ma d’argento e sembra sia opera di un artigiano del pavese, diffusa in commercio. Rappresenta il Buon Pastore che conduce il gregge e tiene un agnello sulle spalle – un’immagine molto cara a Francesco, che del Buon Pastore ha già parlato più volte nelle sue omelie, definendo anzitutto sé stesso Vescovo di Roma, pastore della sua diocesi. La forma è una stilizzazione artistica che non cambia nulla della tradizionale riproduzione della croce, simbolo del sacrificio di Cristo e, per antonomasia, di tutto il cristianesimo.

La cosiddetta “croce di Osiride” (o “ankh”), invece, ha una forma caratteristica e ben differente, in quanto ha tre bracci a T e si conclude, in alto, con un nodo; impropriamente, è chiamata anche “chiave della vita”. Simbolo antichissimo, si discute del suo significato; probabilmente, si tratta di una rappresentazione della vita terrena e della vita dopo la morte, oppure della fecondità e della prosperità. Non c’entra nulla con il mistero cristiano della Croce; men che meno può essere accostata a Papa Francesco, la cui fedeltà alla dottrina cattolica è fuori discussione, alla faccia di chi è sempre alla ricerca di improbabili, criptati messaggi esoterici e subliminali.


Pierluigi Gilli
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Con questa breve nota inizio la mia collaborazione ad Intelligo News, quotidiano online

martedì 23 aprile 2013

Alcool, ordinanze spiritose e Costituzione


Il Sig. Sindaco ed i suoi illustri consiglieri giuridici vogliono sempre fare i primi della classe e si vantano di avere emesso ora (dopo le polemiche su Piazza De Gasperi?) un'ordinanza che vieta il consumo pubblico di bevande alcooliche "con motivazioni più ampie", mentre quella a suo tempo emessa da me sarebbe stata irregolare perché priva di termine.
Continuo a non capire il perché di questa inesausta ricerca di dimostrarsi più bravi dei predecessori (un'inconscia voglia di affermarsi, nella propria palese insicurezza?), tuttavia mi duole rilevare che, anche questa volta, non è vero niente; si tratta della solita, maldestra propaganda, per attutire - in questo caso - l'effetto politico di un provvedimento che io personalmente condivido, ma che sarà sicuramente indigesto per chi sostiene questa Amministrazione (chissà se un partito libertario dell'attuale maggioranza protesterà ed organizzerà un "botellón" in piazza come allora, contro la mia ordinanza illiberale.... O quella di oggi, emessa da un Sindaco illuminato, avrà effetti taumaturgici perché di sinistra?).
Due riflessioni:
1) finalmente, anche questa Amministrazione ha capito quali insidie vi siano nello smodato consumo di bevande spiritose in pubblico: anzitutto per la sicurezza e, in cascata, per l'ordine ed il decoro, per l'igiene e la sanità; quindi, avevamo fatto bene, l'obiettivo era naturalmente identico;
2) la mia ordinanza era perfettamente regolare ed applicava un potere senza termine conferito da una legge dello Stato, che è stata poi dichiarata incostituzionale dalla Consulta; ovvio che, venuta meno la fonte normativa, tutti provvedimenti che su di essa poggiavano ne siano stati travolti; non c'era nemmeno bisogno di revocarla, perché le sentenze della Corte Costituzionale rendono inapplicabili le norme cassate dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione sulla Gazzetta Ufficiale. 
Ma il Sig. Sindaco ed i suoi consiglieri giuridici conoscono l'art. 136, 1° comma della Costituzione, quella - la più bella del mondo - per cui vanno in deliquio ad ogni pié sospinto? 
No, non lo conoscono. 
Ma ne chiacchierano.

Prosit!

lunedì 22 aprile 2013

Dopo l'Angelus con Papa Francesco


21 aprile 2013, 2766° Natale di Roma: dopo l'Angelus, incontro con Papa Francesco, che rientra a Casa Santa Marta in Vaticano.Emozione incontenibile per il Padre Santo.