giovedì 27 settembre 2012

Il capostazione


Ad esito della seduta di ieri sera del Consiglio Comunale, che con l'entusiastico, mistico voto della sola attuale maggioranza ha approvato senza alcun dubbio l'adesione incondizionata di Saronno alla Provincia di Milano in vista della costituenda Città Metropolitana, rimango perplesso per la frettolosità da schiacciasassi dell'Amministrazione, che ha ignorato le opinioni differenti degli altri Comuni del "Saronnese" e mantengo una posizione di vigile attenzione su una materia ancora fluida ed aperta, comunque, a decisioni di organi "superiori". 
Ulteriori, profonde riflessioni sarebbero necessarie; ma - davanti alle granitiche argomentazioni degli illuminati e lungimiranti esponenti della transeunte maggioranza, per molti versi veri e propri spot pubblicitari per le Ferrovie Nord Milano (oggi Trenord) e per i connessi destini delle nostre aree dismesse- sento aleggiare un sospetto, per nulla gradito: che, cioè, quando - vaso di coccio tra vasi di ferro - staremo nella gioiosa, moderna, europea, strategica Città Metropolitana (Milano da bere, à la socialiste?), a Saronno non governerà più un Sindaco eletto dai Saronnesi, ma il Capostazione, con il suo fischietto.

giovedì 13 settembre 2012

Quale Provincia?



La questione del riassetto delle province è delicata e merita riflessioni approfondite e non frettolose; soprattutto richiede ragionamenti “tecnici” il più possibile oggettivi e non condizionati da appartenenze politiche.
L’Amministrazione saronnese, inusualmente solerte come non mai, ha già deciso di chiedere l’adesione alla città metropolitana di Milano e si propone di convincere della bontà dell’idea anche i Comuni dell’ex mandamento pretorile oggi in provincia di Varese: Caronno Pertusella (già convinta), Origgio, Uboldo, Cislago e Gerenzano; a sostegno della decisione, come leggo da dichiarazioni sulla stampa, "far parte della città metropolitana di Milano è nella nostra natura -, anche per in servizi ai cittadini. Così facendo si ripara alla situazione creata nel 1928 (1927, rectius) quando la nostra città divenne parte della provincia di Varese solo per raggiungere il numero di abitanti necessario alla costituzione dell'ente. Tornare su Milano è la giusta condizione perché gli interessi del saronnese si indirizzino verso questo realtà". 
Dall’altra parte, il Sindaco di Uboldo, Lorenzo Guzzetti, con articolate argomentazioni, dichiara invece la sua preferenza di rimanere legato a Varese.
Diversamente da lui, non ritengo che l’esperienza di appartenenza alla provincia di Varese sia sempre stata vantaggiosa per Saronno, costretta – unico caso in Italia – tra ben quattro province (Varese, Como, Milano e Monza e Brianza) – e, soprattutto, soggetta a ben timida considerazione da parte dell’Ente provinciale per la posizione eccentrica di Saronno e del Saronnese “varesino” rispetto al resto della Provincia.
Non dubito dell’efficienza dei funzionari e dei tecnici provinciali varesini, ma rammento, non senza fastidio, le moltissime occasioni in cui Saronno, definita non so quanto simpaticamente “la periferia dell’impero”, “il peduncolo”, “l’enclave”, si sia vista trascurata o posposta ad altre realtà territoriali dalla Provincia: beninteso, spesso proprio per l’eccentricità territoriale del nostro Comune rispetto ai confini provinciali e per la limitatezza del Saronnese, ossia dei Comuni gravitanti su Saronno, suddivisi come detto tra ben 4 province.
Non fu un caso che l’USSL n. 9 ed il Distretto Scolastico n. 9 di Saronno comprendessero ben 20 Comuni, di cui solo 6 in provincia di Varese e gli altri suddivisi tra Como e Milano (unico esempio in tutt’Italia).
Questa frammentazione di un territorio tradizionalmente “saronnese”, un bacino di utenza di 150-200.000 persone ha inesorabilmente sminuito il suo peso politico ed amministrativo e complicato enormemente le cose: per eseguire un’opera pubblica interessante più Comuni del Saronnese, infatti, occorreva spesso raggiungere accordi con tre o quattro Province, dagli assetti interni diversi e spesso incompatibili, con procedure complicate e fortissime perdite di tempo e di energie, a volte a pena della mancanza di accordo.
Alcuni esempi sono significativi: il trasporto pubblico urbano, p.es., divenuto di competenza provinciale, ha tarpato le ali ai logici tentativi del Comune di Saronno di estendere il servizio almeno sino ai confini dei Comuni contermini, per tentare di attutire la pressione del traffico veicolare privato in città; ma ciò è di fatto impossibile, perché questi Comuni, in buona parte, appartengono ad altre province… Per non dire del ricorso al TAR subìto dal Comune di Saronno da parte della Provincia di Milano quando Saronno, nella riorganizzazione del proprio trasporto urbano e della viabilità interna per mitigare il traffico di attraversamento, osò mutare il tragitto interno in città degli autobus provenienti dai Comuni contermini appartenenti a quella provincia.
La questione della gestione del ciclo integrato dell’acqua, che dovrebbe – secondo la logica più elementare – rispettare i bacini imbriferi (nel nostro caso il torrente Lura), come già accade di fatto da decenni e con grande soddisfazione degli utenti tramite Lurambiente s.p.a., i cui soci sono Saronno e Caronno Pertusella in provincia di Varese più altri Comuni ( Bregnano, Cadorago, Cermenate, Guanzate, Lomazzo, Rovellasca, Rovello Porro) in provincia di Como; realtà positiva che dovrebbe essere annullata dall’infelice ed incomprensibile volontà superiore di organizzare la gestione delle acque in àmbiti rigorosamente circoscritti dai confini di una singola provincia.
La gestione delle scuole medie superiori (in cui il Comune di Saronno, quando parzialmente erano di sua competenze, ma anche dopo, vedasi il Liceo Classico, ha investito moltissimo in risorse finanziarie ed in immobili), tutte in Saronno, ma frequentate solo per un terzo da studenti “varesini”.
Qualche anno fa, a fine 2003, stanco di vedere le esigenze di Saronno sistematicamente posposte a quelle delle ben più potenti ed omogenee realtà di Varese con le sue valli, di Busto Arsizio e di Gallarate, lanciai una provocazione per tenere alta l'attenzione sul saronnese e sulle sue problematiche, avanzando l’ipotesi che Saronno entrasse a far parte della Provincia di Como, da cui sarebbero derivati alcuni vantaggi, tra cui l'essere il secondo Comune di quella Provincia e la maggiore vicinanza al capoluogo; la posizione geografica di Saronno, facevo notare, molto a sud nella provincia e confinante con le province di Milano e Como, portava a considerare la nostra zona quasi un mondo a parte, ricco solo di confini.
Ne seguì un dibattito a volte stizzito, ma anche qualche risultato di più solerte attenzione dall’Ente provinciale varesino (con il contentino dell'aggiunta di Saronno nel nuovo stemma provinciale).
Premesse queste considerazioni, mi sorge il dubbio che, con l’adesione alla città metropolitana di Milano, non si risolverebbero i problemi attuali e, forse, se ne creerebbero degli altri: annegheremmo nel mare magnum di un nuovo Ente – dalla natura ancora nebulosa -, dominato per ovvie ragioni dalla metropoli e in competizione con moltissimi altri Comuni di dimensione ben maggiori di Saronno.
D’altra parte, se Busto Arsizio e Gallarate (e fors'anche Tradate) dovessero a loro volta unirsi alla città metropolitana, la provincia di Varese sarebbe in gran parte svuotata e sarebbe inevitabile la riunione del rimanente territorio alla Provincia di Como: in tal caso, non sarebbe conveniente per Saronno e gli altri 5 Comuni - Caronno Pertusella, Origgio, Uboldo, Cislago e Gerenzano restare “comasco-varesini”, in una posizione di maggiore forza, peso e rappresentatività?
Il problema del ciclo delle acque, ad es., si risolverebbe automaticamente (torrente Lura tutto all’interno di un’unica provincia) e non si perderebbe il vantaggio di avere le sedi decentrate di molti enti pubblici (INPS, INAIL, Catasto, ex Provveditorato Scolastico con l’assegnazione delle cattedre agli insegnanti, ecc.) in un capoluogo (Como) altrettanto facilmente raggiungibile e, comunque, destinate a far fronte ad un numero di utenti contenuto e non “metropolitano”.
Ci sarebbe da capire in tutti i casi – come sarebbero riorganizzati i servizi ospedalieri (rimarrebbero le attuali aziende ospedaliere?), mentre le due ASSL di Varese e di Como presumibilmente sarebbero unificate; l’Università dell’Insubria è già suddivisa in due sedi, una a Como, una a Varese.
Ancora andrebbero valutate in tutti i casi le conseguenze su altri servizi pubblici, come le circoscrizioni giudiziarie e le competenze di Carabinieri , Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e su servizi privati ma di rilevanza pubblica (come le sedi in Saronno delle associazioni di categoria, industriali, artigiani, commercianti, camera di commercio, sindacati, patronati, ecc.). Come si vede, il panorama che si presenta è tutt’altro che semplice e risolubile con semplicistiche argomentazioni sulla presunta “naturalità” dell’appartenenza saronnese alla grande Milano o con postumi richiami storici, che danno il via ad inutili revanscismi campanilistici.
Il problema è serio, poiché si tratta di un riassetto amministrativo generale, destinato ad incidere su un sistema che, nel bene e nel male, ci governa ed influisce sulla nostra vita quotidiana con il consolidamento di oltre 80 anni.
Personalmente, ho ancora molte, moltissime incertezze per prendere una posizione definitiva e temo che la fretta sia cattiva consigliera; l’obiettivo, comune a chiunque abbia a cuore l’interesse generale di Saronno e del Saronnese, è quello di una scelta ponderata, che non può prescindere dalla conoscenza preventiva delle scelte e delle decisioni degli altri Comuni della Provincia di Varese, soprattutto dei più grandi e rappresentativi.
Spingere in modo quasi acritico per l’abbraccio con Milano mi sembra imprudente; non è sempre detto che il più grosso sia il più bello; potrebbe essere anche il contrario.
Seguirò con molta attenzione la discussione che si aprirà in punto, nella speranza non infondata che sia di confronto tra vantaggi e svantaggi generali e non tra convenienze di tattica pseudopolitica o frutto di improvvisi, irrazionali innamoramenti.