domenica 3 maggio 2009

L'attualità dei "Promessi Sposi"


Ho visitato i bei luoghi manzoniani, in un affascinante itinerario da Lecco a Somasca (con l’aggiunta della spettacolare parrocchiale romanica, dell’anno Mille, ad Arlate).
Pensando al romanzo, ricordi di scene indimenticabili, che appartengono al patrimonio della memoria collettiva degli Italiani: un affresco grandioso dei percorsi misteriosi della Provvidenza, senza nascondere i vizi e i difetti umani.
I minacciosi bravi, il prepotente don Rodrigo, il terribile Innominato di prima della conversione, il mondano insinuante Conte Zio: l’arroganza personificate.
Riportandomi all’oggi, ne rivedo ampie tracce.
Quante insidie ancora per la candida Lucia che, sventurata, rispose, vaso di coccio tra i vasi di ferro, incerta come don Abbondio.
Mentre i polli di Renzo continuano a beccarsi tra di loro, tra tanti Azzeccagarbugli, Fra Cristoforo latita; non resta che sperare nel Cardinal Federigo o passare l’Adda, verso nuovi lidi, oltre i bei monti sorgenti dall’acque, che anche noi ammiriamo nelle giornate limpide.

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